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Come l'hyperautomation contribuisce alla circular transformation
marzo 20, 2024 •Avvale
Hyperautomation è uno dei più interessanti trend tecnologico-strategici degli ultimi anni, in grado di occupare stabilmente le prime posizioni delle classifiche di Gartner e di indirizzare positivamente, oltre a tematiche di efficienza operativa, anche la transizione verso modelli di economia sostenibile.
Hyperautomation, l’approccio moderno alla process automation
Per prima cosa è necessario chiarire che l’hyperautomation è un approccio, non una tecnologia come RPA (Robotic Process Automation) o la stessa Generative AI. Esso nasce dall’esigenza di rispondere alle sfide dei mercati attraverso un approccio sistematico e di alto livello all’automazione dei processi, che faccia tesoro di tutta l’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio e la indirizzi verso nuovi livelli di efficienza operativa e di collaborazione, all’interno e all’esterno dell’azienda.
Nell’universo enterprise l’iperautomazione è un concetto ormai diffuso, che supporta l’evoluzione aziendale verso il paradigma data-driven. A testimonianza dell’interesse riposto nel fenomeno, gli analisti stimano una crescita del mercato con un tasso annuo composto del 19,8% fino al 2028.
Hyperautomation orchestra e può contare su un toolbox tecnologico avanzato, di cui fanno parte componenti come RPA, IPA (Intelligent Process Automation), piattaforme di integrazione iPaaS (Integration Platform as a Service) e di sviluppo low code/no code, queste ultime fondamentali per accelerare il time to market delle soluzioni di automazione. L’obiettivo finale è “automatizzare il maggior numero di processi di business e IT (Gartner)” facendo perno sulla sinergia delle componenti tecnologiche, sulla competenza di dominio interna all’azienda e su quella tecnologica del partner coinvolto a livello di design e implementazione della soluzione.
Hyperautomation e i modelli di business moderni e sostenibili
Il concetto di hyperautomation nasce con l’obiettivo di aiutare le grandi aziende a perseguire l’ideale della massima efficienza operativa e ad affrontare con successo le sfide dei mercati in cui operano. Adottare questo approccio significa, in primis, ridurre i tempi dei processi, razionalizzare i costi e offrire customer ed employee experience migliori. Grazie all’automazione, infatti, le persone possono essere reindirizzate verso attività meno ripetitive e stressanti, oltre che a maggior valore aggiunto.
Osservando il fenomeno da una prospettiva più alta, l'iperautomazione dei processi porta all’abbattimento delle inefficienze e degli sprechi, e per questo possiamo considerarlo come un abilitatore della trasformazione verso modelli di business sostenibili e circolari.
Per prima cosa, attraverso l'hyperautomation le imprese possono ottimizzare i loro processi produttivi, abbattendo gli sprechi materiali ed energetici e impiegando in modo efficace le risorse umane. L’effetto può essere significativo non solo in termini di produttività, ovvero di tempi e costi, ma anche di sostenibilità ambientale, considerando che la manifattura è responsabile dei 2/3 delle emissioni globali di gas serra.
L’ottimizzazione e l’automazione (intelligente) dei processi conducono poi a ulteriori effetti, che peraltro corrispondono a specifici pain dell’universo manifatturiero come la riduzione della difettosità dei prodotti e l’allungamento del loro ciclo di vita, esiti che sono perfettamente compatibili con il paradigma dell’economia circolare. Infine, a proposito di ciclo di vita, l’hyperautomation può essere adottata nell’ambito della progettazione del prodotto stesso e anche nel controllo qualità, magari in combinazione con tecnologie avanzate di computer vision.
Ottimizzare la supply chain con l’hyperautomation
L’hyperautomation può avere degli effetti sorprendenti all’interno di supply chain complesse ed estese, le cui sfide gestionali riguardano la trasparenza, ma anche l’interconnessione con i partner di filiera, la collaborazione, la velocità, la condivisione documentale e la flessibilità dei processi.
Un modello economico circolare non può concretizzarsi senza processi collaborativi veloci, agili, esenti da errori e trasparenti, ed è proprio qui che il toolbox dell’iperautomazione può fare la differenza collegando (velocemente) sistemi eterogenei, automatizzando aree di processo ripetitive e creando applicazioni ad hoc, magari intrise di Intelligenza Artificiale, per stimolare la collaborazione e la condivisione delle informazioni. L’utilizzo di piattaforme low code e no code, inoltre, rende molto flessibile qualsiasi soluzione, permettendo un rapido adeguamento alle nuove esigenze del mercato e dei propri partner.
In questo modo, adottare un approccio di hyperautomation nei processi di filiera crea un terreno fertile per lo sviluppo di modelli di business moderni, profittevoli e sostenibili, in grado di supportare l’evoluzione aziendale presente e futura.